Durata: 3 giorni, Ferrara,
Emilia-Romagna, Italia
Ferrara è una città d’arte, il suo centro storico è protetto dall’Unesco. Si sa tutto di Ferrara e se non si sa, facilmente si recupera. Non ci sarebbe molto da aggiungere rispetto a quello che si può leggere in qualsiasi altro sito. Però a me è capitato di andarci, anzi tornarci dopo anni, quindi cercherò di sintetizzare quello che ho visitato e trasmettere le sensazioni che ho avuto. Per la prima volta nella mia vita non ho consultato guide turistiche ma mi sono affidata “soltanto” ai blog di viaggi. Ho pensato che la storia della città mi sarebbe arrivata addosso visitando la città. In effetti così è stato. Tre giorni sono giustissimi per visitare Ferrara anche se ho già in programma di tornarci!
Cosa mi ha portato a Ferrara? Come spesso succede in estate è stato un festival, Ferrara sotto le stelle. Era dai tempi dei Flaming Lips che volevo tornare in questa città, anzi, da prima! L’occasione è stata una delle prime date del tour de La Rappresentante di Lista che aspettavo di vedere dal 2019! Si, dannato Covid, 2019! Appena sono usciti i biglietti, senza nemmeno riflettere sulla data, su come arrivare, sul prezzo, sulla modalità di fruizione del concerto (sarà obbligatorio il tampone??), li ho presi e via. Ero felice come quando sono riuscita a prendere i biglietti di PIT per i Pearl Jam! Comunque, sono partita in treno con Andrea (mio compagno prediletto di vita, viaggi e concerti) venerdì 2 luglio e siamo tornati la domenica. Come sempre, oltre al concerto, avevo messo insieme una lista infinita di cose da fare però senza considerare il caldo… Il viaggio è andato molto bene, distanziati sul treno e con il kit di cortesia in omaggio gentilmente offerto da Trenitalia (le cose gratis mi fanno impazzire… un giorno parleremo degli omaggi di Bottega Verde!). Dalla stazione all’hotel che avevo prenotato, l’ Hotel De Prati (a due passi dal Castello Estense), sono 20 minuti a piedi. Diventano 30 se ti fermi ogni tre per due a fare foto e ad essere esterrefatta dal silenzio.
L’Hotel De Prati è l’hotel che ti aspetti in Emilia Romagna perché ha un non so che di antico. Infatti è stata la bisnonna Alfonsa nel 1925 ad iniziare l’attività. Ha aperto prima una trattoria che poi è diventata albergo. Vale la pena leggere la sua storia qui L’hotel è in pieno centro, ma in una viuzza silenziosa, con un delizioso arredamento fatto di mobili di legno, che ti danno l’idea dell’antico, insieme a opere di arte contemporanea alle pareti. La nostra camera era spaziosa, pulita, arredata con gusto e con il pavimento in cotto. Poteva sembrare la camera degli ospiti a casa della zia. E questo per me è un enorme complimento perché vuol dire che mi sono sentita a casa, a mio agio, e allo stesso tempo perfettamente inserita nella città.
Lo so… mi sto dilungando ma, come ho già detto, di Ferrara tutti hanno già detto tutto…
Dopo pranzo abbiamo fatto un giro in centro città, gremita di gente, con un palcoscenico montato in Piazza Trento e Trieste per il Ferrara Summer Festival. Quindi c’erano pure i tecnici che stavano lavorando oltre ai turisti e ai ferraresi ma, nonostante questo, c’era silenzio. Un silenzio che in una città non avevo mai sentito (si fa per dire…). Il fatto che il centro sia chiuso al traffico è un ottimo aiuto al silenzio, ma credo che il merito di questa pace siano i ferraresi. C’è un senso di quiete anche nelle viuzze più commerciali e quindi più frequentate. E’ un fattore da sottolineare, peculiare di questa città. Nemmeno a Padova ho trovato questo silenzio.
La cattedrale che domina la piazza, che i ferraresi chiamano “duomo”, era chiusa e la sua facciata di marmo bianco coperta per un restauro… peccato. Invece, il portico con le botteghe che costeggia il duomo, la Loggia degli Strazzaroli (venditori di tessuti), era ben visibile nonostante la platea montata per il concerto. Qui, ho letto da qualche parte, c’erano i merciai e solo nel 1473 sono state costruite le botteghe e i portici. Da notare i capitelli delle colonne: sono uno diverso dall’altro. Ora quelle botteghe sono state sostituite da negozi di abbigliamento. Peccato che quei fondi non vengano tutelati e dati a degli artigiani che renderebbero il loggiato tutto un po’ più armonioso.
Il giro continua sotto i portici di via S. Romano in direzione del quartiere ebraico. Qui non c’è veramente nessuno, nessun negozio, nessun essere umano… E’ il paradiso, con le stradine pedonali, con i palazzi di mattoncini rossi e i balconcini pieni di fiori. Perdendosi nei vicoli però qualche bottega si trova. Per esempio si trova una vecchia sartoria che, giustamente, “non effettua riparazioni”! Con Andrea ci perdiamo tra le vie del ghetto ebraico, in via della Vittoria, via Vignataglia e in via Mazzini in cerca del Museo Ebraico al n°95 che ospita le tre Sinagoghe ancora attive. Il palazzo si riconosce facilmente perché accanto alla sua porta sono affisse due grandi lapidi che ricordano le vittime delle deportazioni nazifasciste. Peccato che fosse chiuso. Colpa mia, dovevo controllare…
A questo punto, già immersi nel Medioevo, consulto gli itinerari della Ferrara medievale di Cappellacci a Merenda. Praticamente il suo blog è stata la mia guida per programmare questi tre giorni a Ferrara. Sara è sintetica, divertente e mi sembra che ci piacciano le stesse cose (no, non la conosco). Cerchiamo via delle Volte, 2 km di strada dove un tempo si trovavano le case dei commercianti che trafficavano con il resto d’Italia attraverso il Po. Veramente deliziosa, anche qui i mattoncini la fanno da padrone, avrei fatto avanti e indietro per tutto il giorno!
La giornata finisce al Parco Massari, al concerto de La Rappresentante di Lista per “Ferrara sotto le stelle”. Che poi è stata la scusa per passare il fine settimana a Ferrara.
Il sabato, appena usciti dall’hotel, ci imbattiamo quasi per caso nella Rotonda Foschini, una corte che si trova all’interno del Teatro Comunale nel quale mi sarebbe piaciuto entrare. Andate e divertitevi a fotografarla. E’ un posto meraviglioso tanto che ci siamo riproposti di tornarci di sera.
Facciamo un giro in centro, per le vie commerciali, insieme ai ferraresi, come se anche noi dovessimo fare delle commissioni… Da via Mazzini camminiamo verso via Saraceno. Più ci allontaniamo dal centro, meno gente troviamo e meno negozi troviamo. Ci sono soltanto alcune botteghe, quelle botteghe indispensabili da avere sotto casa come l’alimentari, il rigattiere, la libreria e il ferramenta che ha anche i pezzi di ricambio per le biciclette. Seguiamo le stradine di mattoncini un po’ a caso e ci ritroviamo in via Porta San Pietro, la via del vecchio Castrum romano.
Proseguiamo fino a via Giuoco del Pallone e i Portici di Casa Minerbi. Ecco, sotto a questi portici, come in via delle Volte, è dove ci si sente di più immersi nel Medioevo.
A pranzo ci fermiamo da Cusina e Butega a mangiare una piadina con un prosciutto crudo “da urlo”, il pasticcio di maccheroni (altro piatto tipico) e i maltagliati accompagnati da un Trebbiano.
Facciamo due passi per digerire il pranzo fino al Castello d’Este. Entriamo a visitarlo. Diciamo che non ci ha entusiasmato all’inizio. Sono sempre più convinta che i musei vadano visitati con una guida altrimenti risultano molto noiosi (per lo meno a me). Questo è l’effetto che mi ha fatto all’inizio il Castello d’Este. E’ molto didattico e prolisso nell’esposizione della storia di Ferrara e dei d’Este. Sembrava di essere all’interno dell’enciclopedia “Conoscere”. Bellissimi gli affreschi delle sale al primo piano, delizioso il Giardino degli Aranci, ma quello che non mi ha fatto rimpiangere l’ingresso è la mostra dedicata a Giovanni Battista Crema.
Personaggio per me sconosciuto fino a quel momento ma che mi ha completamente rapito con i suoi quadri. Crema è un pittore ferrarese esponente del “divisionismo” italiano. E’ riuscito a trasmettermi la sua angoscia personale dovuta alla guerra, ma è anche riuscito a incuriosirmi con i suoi “racconti di vita quotidiana”. Sono rimasta completamente rapita dalle ballerine e da “Cecilia al sole”, personaggi femminili che mi sarebbe piaciuto tantissimo conoscere. Ci siamo letteralmente persi nei quadri del signor Crema tanto che, solo arrivati alla fine della visita, ci siamo accorti che non avevamo visitato la Torre dei Leoni. Poco male, chiediamo alla ragazza del bookshop quanto ci vuole per tornare indietro alla torre ma lei, come i suoi colleghi, è così gentile che ci fa passare da una scorciatoia. La stessa cosa farà il suo collega al ritorno! Il personale del Castello d’Este è veramente disponibile. Saliamo sulla torre con fatica perché fa molto caldo. I tetti delle città sono sempre interessanti e anche questi non sono da meno.
Scesi dalla torre andiamo da Zazie in via S. Romano a riposarci e a dissetarci con due birrette sotto i portici. Zazie è un locale delizioso con mobili anni ’70 nel quale si può sia mangiare (insalata di frutta, yogurt, dolci vari ecc.) che bere (centrifugati, the e tisane ecc.).
Piccola nota: a Ferrara vanno un casino i fruttivendoli con i tavolini all’esterno nei quali puoi fermarti a mangiare la frutta fresca.
Comunque, la birra ci ha stimolato la voglia di aperitivo quindi poco dopo ci fermiamo in piazza del Municipio a bere uno Spritz con vista sullo Scalone d’Onore che conduceva alla prima residenza dei d’Este. Accanto allo Scalone sono visibili le finestre di marmo dell’appartamento in cui visse Lucrezia Borgia e morì Federico da Montefeltro, duca di Urbino.
A cena siamo stati in un posto tremendo del quale non dirò nemmeno una parola.
L’esperienza tremenda della cena è stata cancellata dalla gelateria Arte dei Contrari. Uno di quei posti che vorrei a Firenze. Qui non si vende soltanto il gelato, ma si possono comprare anche dei poster di film, delle stampe di Ferrara e gadget che produce il proprietario (se non ricordo male Enrico). Ovviamente, in cambio di un ottimo gelato, di quattro chiacchere e tanto amore, gli ho comprato una shopping bag di Ferrara veramente deliziosa. Peccato che avevo promesso di smetterla di comprare queste borse perché ne ho la casa piena e non so più dove metterle.
Passeggiata notturna per le vie illuminate del centro e a letto.
Domenica abbiamo noleggiato le bici e siamo andati a fare un giro sulle mura passando da una delle vie più belle del mondo, Corso d’Este! Se vi dicono che si può andare anche sotto le mura non lo fate perché lì non c’è ombra nemmeno a pagarla! Sulle mura invece è pieno di viali alberati e quindi, almeno per me, è più gradevole pedalare. Non sono un’ amante della bici, preferisco sempre andare a piedi perché così posso vedere proprio tutto ed è sicuramente più facile fermarsi. Però, quando la strada lo permette, una bella pedalata ci sta bene. Le mura sono vissute dai ferraresi che fanno sport e che passeggiano raccontandosi la vita. Poi, diciamo la verità, dopo tutte queste mangiate è bene fare anche un po’ di sport!
Potevamo prendere il treno della mattina per tornare a Firenze ma abbiamo pensato che un altro pasto a Ferrara sarebbe stato meglio. Il locale scelto è “Locanda 22”. Abbiamo mangiato all’aperto, sotto gli alberi e siamo stati veramente bene. Qui i piatti sono un pochino più raffinati che in altri posti, ma il costo è lo stesso.
Insomma, a Ferrara sono stata veramente bene.
Quindi, tornare a Ferrara per:
- un altro concerto
- visitare i dintorni come Comacchio
- le viuzze medievali e i portici
- un altro pranzo a Hostaria Savonarola
- vedere la cattedrale senza impalcature
- rimanere di nuovo colpita dal silenzio nel centro storico
- i tortelli di zucca
- un altro giro sulle mura
- i fruttivendoli
- assaggiare la salama da sugo
- visitare Palazzo Schifanoia
- visitare Palazzo dei Diamanti
1. Hostaria Savonarola
E’ la tipica osteria con le tovagliette di carta. E’ sotto i portici, quindi all’ombra e con vista sul Castello d’Este. Vorresti passare tutto il giorno qui a guardare la gente che passa. Si mangia benissimo e il personale è cortese e alla mano. Map
2. Locanda 22
Qui sembra di stare in Spagna. Il locale è elegante ma le piante appese ovunque smorzano molto l’arredamento un freddino. Si può mangiare in piazza, sotto gli alberi. Anche qui il personale è stato delizioso. E si, anche i piatti erano deliziosi. Map
3. Arte dei Contrari
Una gelateria che però è anche un negozio di gadget (no, non troverete le solite brutte calamite della città), Buono il gelato e ottime le chiacchere. Map
Venerdì
Una giratina per le vie del centro, la parte medievale, il ghetto e i portici di Ferrara.
Sabato
I musei e lo shopping per le vie commerciali
Domenica
Giro in bici sulle mura e pranzo fuori.
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