Frequento la Val di Cornia da diversi anni ormai principalmente per andare a far visita alla famiglia di Andrea. Per questo motivo quell’area è diventata un posto abituale, che ha assunto una sua quotidianità. Come spesso succede con i luoghi in cui vivi abitualmente (o almeno a me succede così) non vai oltre a quel poco che già frequenti e conosci. Qualche tempo fa, forse a causa del lockdown e dal fatto che ho viaggiato veramente poco, ho finalmente studiato la Val di Cornia e la sua vicina Val di Cecina per vedere se, oltre ai posti a me famigliari, ci fosse altro… Eh, in effetti ho trovato tanto altro! Ho scoperto che Piombino è circondata da antiche miniere, che il Parco Archeologico di Baratti e Populonia è straordinariamente vario e che anche i borghi toscani più piccoli hanno le loro piccole e sorprenderti peculiarità.

Naturalmente sono andata con Andrea, la persona che mi dice dove mettere i piedi mentre fotografo “questo mondo e quell’altro”!

Parco Archeologico di Baratti e Populonia

In tempo di Covid le entrate sono contingentate a determinati orari che coincidono con le visite guidate. E meno male, perché altrimenti i siti archeologici per me avrebbero perso molto fascino dato che so “poco e niente” della storia degli etruschi.

Il parco è diviso in tre aree: le Grotte, la Necropoli e l’Acropoli. Io e Andrea siamo entrati nel parco alle 11,30 e siamo usciti alle 15,30 visitando le Grotte e la Necropoli. L’Acropoli ce la siamo lasciata per il giorno successivo.

Il parco è immenso e naturalmente si può percorrere solo a piedi. La parte delle Grotte è un po’ faticosa perché il percorso che si snoda nel bosco è un po’ in salita e non è pulitissimo da rametti e foglie. Comunque ne vale sicuramente la pena. Basta farlo con calma. Forse è la parte che mi ha entusiasmato di più perché adoro i boschi, che secondo me sono avvolti sempre da un qualche mistero, e per arrivare alle Grotte è stata un’avventura passando accanto alle antiche cave e, costeggiando gli alberi di sughero. Diciamo che la fatica è pienamente ripagata dall’arrivo sul belvedere con vista sul Golfo di Baratti e sulle grotte.

Qualche altro metro per Via delle Cave e raggiungiamo la prima visita guidata alla Necropoli delle Grotte con la cava e le tombe a camera ipogea scavate nell’arenaria.

La guida ci dice che le tombe sono di epoca ellenistica (cioè IV – II secolo a.C., tra l’epoca etrusca e romana) e gli oggetti ornamentali che si trovavano all’interno sono stati tutti trafugati dai tombaroli. L’unica di cui non si sono accorti è la 14, scoperta a fine anni ’90, i cui oggetti sono ora al sicuro al Museo Archeologico di Piombino.

Sulla parte esterna delle grotte c’è un blocco di pietra appena intagliato e non finito. Nessuno sa con certezza che cosa volessero farci… forse una statua che vegliasse sulle tombe? Mentre sulla facciata, in alto a destra, è visibile (solo se ve lo indicano!) la scritta “Annas” che probabilmente è il nome di una delle famiglie sepolte qui. Insomma, stanno ancora studiando lo scavo, chissà tra qualche anno cosa troveranno!

La visita continua con la Necropoli di tombe a camera. Purtroppo questa parte è poco curata, le tombe sono piene di erbacce e cumuli di terra smossa e, credo per questioni di sicurezza, non sono visitabili. E’ un peccato, ma diciamo che così, forse, sembrano ancora più misteriose. Peccato che anche queste siano state depredate dai tombaroli. La guida ci dice che una di queste è dipinta con dei delfini (forse c’era sepolto un pescatore???).

Se la guida è brava, come quella che ho trovato io, a questo punto già avrete voglia di ritornare a studiare gli etruschi, portare nel parco tutti quelli che conoscete e costringere la direzione a concedervi un biglietto aperto da utilizzare più volte l’anno.

Ritorniamo in giù e ci fermiamo nell’area pic nic a mangiare i panini che la mattina, in un momento di lucidità, avevamo deciso di portarci. Infatti non avevamo capito quanto potesse durare la visita e che dovevamo rispettare gli orari prefissati delle visite guidate a causa degli ingressi contingentati per via delle misure anti Covid (che ci ha segnato profondamente!!). Insomma, mangiamo in tranquillità e ci godiamo il paesaggio e la serenità che mette questo posto.

Alle 14,30 ci aspetta la guida alla Necropoli di San Cerbone (è quella che si intravede dalla strada). Dopo aver visitato le Grotte e scalato la montagna, questa parte ha apparentemente un po’ meno fascino, però almeno qui le tombe sono conservate meglio e ci si può pure entrare dentro!

Ci sono diversi tipi di tombe, quelle che mi sono piaciute di più sono, tra le tombe a tumulo:
– la Tomba dei Carri (si chiama così perché all’interno è stato ritrovato un carro smontato). E’ la più grande tomba a tumulo dell’area ma al momento non è visitabile e meno male, dato che il corridoio di ingresso è molto basso e stretto e io sinceramente non sarei arrivata in fondo!
– la Tomba delle Pissidi Cilindriche: la mia preferita, deliziosa, con i papaveri che le crescono sopra
Tomba dei Letti Funebri: qui finalmente avevano capito come ottimizzare lo spazio all’interno della tomba mettendo i corpi in fila su un lato!

Oltre a queste, e diversa dalle altre, c’è la Tomba del Bronzetto di Offerente, una delle tombe a edicola, che ha la forma di un tempietto (deliziosa).

A questo punto accaldati e stanchi, invece di andare a casa, decidiamo di fare una giratina anche per la Via del Ferro, in salita, sotto il sole!

Qui la guida non è prevista e forse c’è un motivo, forse quello che c’è non è poi così interessante. E se non è interessante per il Parco cos’è che ci spinge ad andarci durante il primo vero caldo estivo dell’anno e senza cappello? Beh, la necessità di utilizzare fino infondo il biglietto acquistato e perché poi “chissà quando ci ritorniamo??”

Su per la collina si trovano i resti delle botteghe per la lavorazione del ferro e… altre tombe!! Qui abbiamo cominciato a delirare e a valutare di arrivare a Populonia Alta a piedi, “dai che praticamente è lì… quanto ci vorrà?!”. Appunto, delirio! Il caso ci ha fatto voltare indietro e cosa appare? Un’altra incredibile vista sul Golfo di Baratti. Ma cavolo, che parco stupendo è questo???

Il golfo ci chiama, torniamo verso il mare.

Il giorno dopo, ore 10,30, ci facciamo trovare belli e pronti all’Acropoli, super motivati e ancora immersi nel mood all’Indiana Jones!

Anche l’Acropoli, che è romana, non etrusca, è stata scoperta pochi anni fa e gli archeologi stanno ancora scavando e quindi succede che, da un anno all’altro, ci siano aree completamente nuove da visitare. La visita comincia con i tre templi nella parte bassa. Ci vuole molta immaginazione per capire cosa si stia guardando. Per questo è molto sensato fare il percorso con la guida (si, mi sono trovata benissimo con queste ragazze!).

Personalmente sono rimasta molto colpita da:
– la strada che porta alle Logge, usata solo dai pedoni perché non si vedono segni di ruote dei carri
– le Logge, imponenti che sovrastano tutto il sito
– le terme private, proprio davanti alle Logge, con uno stupendo mosaico
– le terme che si presume fossero pubbliche. Davanti a queste c’è quella che un tempo doveva essere una fontana alla cui base c’è una parte di mosaico raffigurante dei pesci, una nave in tempesta e un pesce che a seconda da che parte lo guardi può sembrare pure una colomba. L’originale ovviamente è… al Museo di Piombino. Io credo che l’abbiano fatto apposta, non per ragioni di conservazione dei reperti, ma per fartelo visitare, il Museo di Piombino!

La guida ci lascia qui, possiamo continuare da soli lungo le mura e fare cento mila foto al paesaggio che si affaccia sull’arcipelago toscano.

Ti affezioni a quello che vedi, dopo due giorni insieme, questi posti ti sembrano così familiari che dopo un po’ ti mancano, li vuoi rivedere… E infatti, alla fine siamo stati pure al Museo Archeologico di Piombino!

Devo dire che il Museo è fatto molto bene. Areoso, con pannelli esplicativi che non si dilungano troppo. Si parte dall’Età del Bronzo e si arriva fino all’Anfora di Piombino. Al museo ho ritrovato pezzettini mancanti della visita fatta al Parco Archeologico di Baratti e Populonia: i pochi ritrovamenti degli ornamenti nelle tombe etrusche, la riproduzione del carro trovata all’interno della Tomba del Carro, i mosaici originali dell’Acropoli oltre a questa meravigliosa Anfora che la vedi luccicare da lontano. Un’opera d’arte.

Insomma, a me è piaciuta da matti questa visita e credo che tornerò a fare i percorsi all’interno del Parco.

Info utili per il Parco Archeologico di Baratti e Populonia:
Prima di tutto se fai il biglietto per una struttura hai lo sconto del 50% per le altre con la Parcheocard che non ha scadenza. Secondo poi, i Parchi sono adatti a tutti. Infatti sono affascinanti sia per i bambini che per i più grandicelli anche se non si è particolarmente ferrati sugli etruschi.

La visita guidata è inclusa nel prezzo del biglietto. Il personale del parco è gentile, competente e moooolto paziente. La cosa buffa è che chi fa la guida turistica da una parte magari te la ritrovi il giorno dopo in biglietteria da un ‘altra parte… a me ha dato un senso di comunità ritrovare le stesse persone in luoghi e mansioni diverse.

Gli orari e i giorni delle visite vanno stabiliti in biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto e si ha tempo 2 giorni per utilizzare il biglietto. Inoltre, è possibile visitare anche solo una delle tre aree.

Chicca del Museo di Piombino: non solo c’è un’area giochi per i bambini, ma anche un’area molto carina con fasciatoio e poltrone, dove i genitori possono fermarsi a cambiare e dare da mangiare ai bambini.

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