Ponte a Mensola è un borghetto che sembra non appartenere a Firenze, ma è Firenze a tutti gli effetti. Infatti fa parte del quartiere di Campo di Marte. Sembra un borghetto perchè non è archettonicamente simile ai palazzi fiorentini. Ha una sua chiesa, San Martino a Mensola, che è su per un colle, ha il suo tabacchi, il suo circolo, il suo negozio di alimentari che però vende di tutto, la sua scuola… Insomma, sembra di stare in un paese. E la caratteristica di molti paese è che sono circondati dal verde. In questo caso abbiamo l’immenso Parco del Mensola da una parte e le colline toscane dall’altra. Tra l’altro questo borghetto ha anche la sua biblioteca pubblica: un ex vespasiano convertito a libera biblioteca di scambio libri. Ma non è finita qua. Perchè Ponte a Mensola è un ottimo punto di partenza per eplorare i dintorni di Firenze.

Da qui abbiamo diverse opzioni di strade pedonali o comunque poco trafficate:
– si arriva facilmente a piedi al delizioso borgo di Corbignano e poi a Settignano,
– oppure si può prendere la strada per il Castello di Vincigliata,
– ma anche la via Vecchia di Settignano per arrivare al Castello di Mezzaratta e poi ritrovarsi nella strada principale per arrivare a Settignano

Poi se uno è veramente coraggioso ed ispirato può arrivare anche alle Cave di Maiano, Borgunto, fino a Fiesole e a Monte Ceceri dove Leonardo andava ad osservare il volo degli uccelli e dove ha collaudato la sua macchina.

Tra l’altro:

“Il torrente Mensola viene citato dal Boccaccio nel suo poemetto “Ninfale fiesolano” (1344-1346): lo scrittore vi narra la storia di una ancella della Dea Diana di nome Mensola, che viene da questa tramutata in ruscello come punizione per aver trasgredito all’obbligo di castità, avendo infatti avuto un figlio dal giovane pastore Affrico; questi, scoperta la morte dell’amata, si toglierà quindi la vita e verrà a sua volta tramutato nel vicino torrente.
Il Boccaccio conosceva bene la zona e la sua toponomastica, avendo vissuto fino all’età di 23 anni nel vicino borgo di Corbignano; lo stesso Decamerone sarebbe ambientato nella villa di Poggio Gherardo, a poca distanza dal corso del Mensola, nel quale i giovani protagonisti del libro usano recarsi a fare il bagno.”
(Fonte Città Metropolitana di Firenze)

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