Durata: 1 giorno, 24 ore o tutta la vita!
Cortona, Toscana, Italia
… Se solo avessi voglia di ricominciare da capo. Trovare casa, lavoro, amici… Perché a Cortona c’è tutto. C’è la storia, il borgo medievale, un teatro, vari festival e c’è un paesaggio che è la fine del mondo. Inoltre, è una cittadina vissuta ma nonostante questo perfettamente conservata. Insomma, mi sono innamorata!
Sono partita con Andrea il 7 agosto 2020, tra un lockdown e l’altro. Dovevamo essere a Perugia il sabato per raggiungere degli amici all’Umbria Jazz ma dato che l’anno è stato molto sedentario abbiamo pensato di aggiungere una tappa al viaggio.
Per Cortona il mese di agosto doveva essere bassa stagione già prima della pandemia, dopo poi… Infatti abbiamo trovato pochi turisti, molti invece gli stranieri con le seconde case proprio a Cortona e naturalmente i meravigliosi e accoglienti local, i cortonesi.
Il borgo è ben conservato e non c’è traccia di negozi delle grosse catene che deturpano il paesaggio. Ci è andata benissimo anche con la scelta dell’alloggio. Infatti siamo stati da Jeroen (anche lui trasferitosi a Cortona) nella sua Boutique Guest House in pieno centro, Casa Dreosti. Jeroen e i suoi cagnolini ci hanno coccolati e la mattina a colazione lo abbiamo salutato con un certo dispiacere. La camera che avevamo scelto, la Suite Via Boni, era deliziosa con arredamento vintage come l’armadio (stupendo) e il tavolino ma con un letto nuovissimo e un bagno spazioso e recentemente ristrutturato. Insomma, uno di quei posti arredati con stile e che ti aiutano ad immergerti nell’atmosfera di un borgo medievale!
Abbiamo visitato il centro e le due piazze perché, come ricordano tutti i signori nei quali ci siamo imbattuti, “ci sono solo due piazze!” (cosa vorrà dire non lo so. Mi sembrano più che sufficienti due piazze, no???). Ci siamo persi nelle viuzze acciottolate, abbiamo trovato le case medievali (caratteristiche di Cortona) e ammirato il paesaggio. Questo posto mi ha dato una sensazione di serenità immediata. Ma ogni viaggio deve avere la sua parte “faticosa”, non potevamo accontentarci di stare in una delle piazze a rimirare la gente e a fare aperitivi. No! Siamo dovuti andare su per il colle. Perché la necessità di vedere proprio tutto non mi abbandona mai e il povero Andrea cerca di frenarmi: “Ma aspetta, andiamoci domani su per quella via, che hai i sandali e poi ti fanno male i piedi”. Ma niente, oh! L’ho portato su per il monte. Si, perché poi quella via un po’ in salita si è rivelata una montagna. Abbiamo imboccato via San Niccolò e poi via S. Margherita costeggiate da casette basse di mattoni che creano un’atmosfera magica. Sono sicuramente abitate perché i piccoli giardini sono curati ed in alcuni vedi anche le tracce di bambini, ma si sente solo il chiacchericcio delle persone senza però incontrarle quelle persone.
Con molta fatica siamo arrivati fino al Santuario di Santa Margherita e lì ci siamo fermati, abbiamo ripreso fiato e siamo scesi per la Via Crucis e finalmente ci siamo gustati anche il paesaggio. Il lago Trasimeno, il convento delle Paveratte e naturalmente le stazioni. Solo più tardi abbiamo scoperto che quella era la “Via Crucis” di Gino Severini, il pittore cortenese al quale fu commissionata dal vescovo di Cortona la realizzazione di 14 mosaici per le 14 scene delle stazioni. Severini ne aggiunse una quindicesima dedicata proprio a Santa Margherita. Se avete l’impressione che ci sia del cubismo nei 15 mosaici non vi sbagliate di certo dato che Severini partecipò alla nascita del cubismo.
Per riprenderci dalla scarpinata ci fermiamo in piazza a farci uno Spritz e a guardare, anzi analizzare, la gente che passa. Tutta particolarmente affascinante, una mescolanza eterogenea di italiani e stranieri. Tutti, apparentemente, in vacanza.
Il sabato mattina, dopo essermi fatta leccare i piedi dai cani di Jeroen e fatto un abbondante colazione arricchita da chiacchere, siamo andati alla Fortezza del Grifalco (dove non siamo riusciti ad arrivare il giorno prima per via della stanchezza). Questa volta però abbiamo imbrogliato e scalato il monte in macchina. La fortezza in se non mi ha proprio colpita. Il Forte di San Leo in Romagna, per esempio, è molto più affascinante con i saloni, le celle, il conte di Cagliostro… Comunque, quello che non ho trovato altrove sono i camminamenti sulle mura e, naturalmente, il paesaggio circostante. Inoltre, in quei giorni c’era il Cortona On The Move, il festival di fotografia di Cortona, e la fortezza era uno dei luoghi nel festival.
Tornare a Cortona per:
- la prossima edizione del Cortona On The Move con gli eventi collaterali che a causa del Covid non sono riuscita a gustarmi
- fare un po’ di passeggiate nei dintorni
- godermi le due piazze, la gente, leggere il giornale al bar…
- visitare il MAEC-Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
Dove mangiare e bere
1. Cortona Bistrot
Abbiamo fatto un solo pasto a Cortona, il venerdì sera, al Cortona Bistrot. Menù laziale. Ottima la gricia. Carinissimi i tavolini sulla via in pendenza adornati da delle deliziose abat-jour. E poi il tramonto… ma che ve lo dico a fare! Map
In breve…
Godersi il borgo e la gente che lo popola. Essere pronti a fare un tuffo nel passato.
Munirsi di scarpe comode per esplorare la campagna che circonda Cortona.
Dedicare qualche ora al “culturale”. Nono solo entrare nelle chiese del borgo, passeggiare sotto le case medievali, ma anche visitare l’eccellente MAEC-Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (che io, purtroppo, non ho fatto in tempo a visitare.)
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